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Dalla metà di febbraio si stanno svolgendo, nel Wisconsin (Stati uniti), manifestazioni sempre più partecipate di lavoratori del settore pubblico per difendere i salari e il loro diritto alla rappresentanza sindacale, che stanno diventando una sorta di “Piazza Tahrir” americana, un punto di riferimento per i lavoratori di tutto il paese che sono sotto attacco.

Durante le proteste del 10 febbraio, in Marocco, lo stato ha scatenato le forze di sicurezza contro le masse, causando almeno nove morti e procedendo ad arresti indiscriminati. Uno degli attivisti arrestati e brutalmente torturati è un compagno della Lega di Azione Comunista (LAC), la sezione della TMI in Marocco. Pubblichiamo un appello dei compagni della LAC. Chiediamo a tutti i nostri lettori di partecipare alle protesta contro la repressione.

La Zastava non c’è più. Dopo vent’anni di transizione agonizzante da un’economia “autogestita” a pianificazione centralizzata al capitalismo, la fabbrica, che una volta si ergeva a simbolo della prosperità e dello sviluppo post-bellici nella vecchia Yugoslavia, sta per essere cancellata dal registro statale delle società per lasciare spazio alla multinazionale italiana FIAT. Al suo apice verso la fine degli anni Ottanta la Crvena Zastava (Bandiera Rossa) come veniva all’epoca chiamata impiegava qualcosa come 35.000 operai che producevano più di 230.000 automobili all’ann, con altre 130.000 persone impiegate nelle fabbriche che producevano vari componenti in tutta la

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Nonostante gli appelli da parte del Consiglio dell’Esercito per far terminare gli scioperi, i lavoratori egiziani, incoraggiati dalla rivoluzione, continuano a sviluppare scioperi di massa per risolvere i loro problemi ormai annosi. Pubblichiamo due rapporti che abbiamo ricevuto sul crescente movimento della classe operaia egiziana.

Il prestigioso quotidiano economico venezuelano El Mundo ha recentemente rivolto  a Alan Woods una serie di domande che sollevano alcune questioni fondamentali della rivoluzione venezuelana, inclusa l'economia e la questione della proprietà, il ruolo della classe lavoratrice e della borghesia. Pubblichiamo di seguito l' intervista, che è uscita sul Mundo lo scorso 17 dicembre.

Sabato 15 si è svolto a Roma, davanti all’ambasciata della Tunisia, un sit-in a sostegno del popolo tunisino in lotta. Erano presenti oltre alla comunità tunisina, parecchie organizzazioni della sinistra.

È certamente difficile seguire il rincorrersi degli eventi in Tunisia, dove la protesta contro il carovita e per il diritto al lavoro, si è trasformata in un tentativo di rivoluzione: è un mese ormai, dal 17 dicembre che il popolo tunisino continua a scendere in piazza nonostante la dura repressione messa in atto dal governo di Ben Ali (stime delle organizzazioni umanitarie parlano di 66 morti).

Sono passati due decenni da quando Francis Fukuyama ha pubblicato il libro La fine della storia e l’ultimo uomo, annunciando il definitivo trionfo dell’economia di mercato e della democrazia borghese. Questa idea sembra essere confermata da quasi 20 anni di mercati in forte rialzo e di quasi ininterrotta crescita economica. Politici, banchieri centrali e manager di Wall Street erano convinti di aver finalmente domato il ciclo economico fatto di boom e recessioni.

Il titolo dell’Economist dice già tutto: “Europa: Molto dolore, misero guadagno”. In tutta Europa, i governi stanno lottando per riprendere il controllo dei loro immensi deficit. Per farlo però, devono presentare il conto alla classe operaia e alla classe media. La verità diventa quindi sempre più chiara agli occhi dei lavoratori, che si trovano ad affrontare un intero periodo di  tagli e di attacchi ai loro standard di vita. E stanno reagendo.

Sabato 27 novembre centomila persone, nonostante il brutto tempo invernale, hanno manifestato partendo da Wood Quay verso l’Ufficio Centrale delle Poste per protestare contro le misure di austerità annunciate dal piano quadriennale. Alcuni di loro hanno addirittura manifestato all’interno di una barca sul Liffrey – la flotta operaia è arrivata! Nel frattempo il governo si riunisce a porte chiuse per discutere le misure per il salvataggio con i funzionari della Bce.

Il movimento degli studenti britannici contro i tagli all'istruzione del governo conservatore ha sperimentato un salto di qualità con le manifestazioni dello scorso 24 novembre in tutto il paese, che hanno visto la partecipazione massiccia delle scuole superiori. Per capire ciò che sta succedendo in Gran Bretagna, pubblichiamo la traduzione di un articolo apparso sul sito Socialist Appeall

Rendiamo disponibile il documento che presenteremo alla discussione e al voto in tutti i congressi territoriali della Federazione della Sinistra. Invitiamo tutti i nostri lettori e sostenitori a fare altrettanto. Il regolamento congressuale infatti ha impedito che potesse avere pari dignità e diritti a livello nazionale rispetto al documento proposto dal Consiglio politico nazionale della FdS.