Usa - L'omicidio di Michael Brown: ne abbiamo abbastanza!

L'omicidio di Michael Brown, un giovane disarmato, da parte della polizia ha scatenato un'ondata di proteste non solo nel sobborgo operaio di Ferguson (vicino a St. Louis), ma in diverse città degli Stati uniti.

A poco è servita la dichiarazione dello stato di emergenza e il coprifuoco da parte del governatore del Missouri. Anzi, le nuove rivelazioni sulle brutali modalità dell'omicidio, con il corpo di Michael crivellato da ben sei colpi di pistola, hanno gettato benzina sul fuoco della rivolta.

La rabbia di tanti giovani e lavoratori di Ferguson non è altro che un segnale del grande scontento che cova sotto la superficie della società americana. Una società sempre più diseguale e nella quale alla maggioranza della popolazione non solo viene negato il futuro, ma viene minacciato il presente dalla repressione quotidiana delle «forze dell'ordine».

Di seguito pubblichiamo un articolo dei marxisti americani della Workers' international league, che stanno intervenendo attivamente nelle mobilitazioni a Ferguson e in altre città degli Usa

Sabato, 9 agosto, a Ferguson, Missouri, un sobborgo di St. Louis, la polizia è stata chiamata dal personale di una stazione di servizio per un piccolo furto. Al loro arrivo, gli agenti di polizia si sono imbattuti in un nero 18enne, Michael Brown. Brown stava camminando in strada quando, secondo alcuni testimoni, un ufficiale gridò  per "Buttarsi su quel  c...o di marciapiede."  Tutti i testimoni concordano sul fatto che Brown era disarmato e aveva le mani in alto quando l'ufficiale gli ha sparato nove volte.

Dopo la sparatoria, il corpo di Brown è stato lasciato lasciato in strada per ore, nonostante la presenza di circa 60 poliziotti, mentre si riuniva una folla di persone. L'umore si trasforma presto dall'incredulità alla indignazione e alla rabbia. Il padre di Brown, Louis Head, scrive in fretta e furia su un cartone a mano "La polizia di Ferguson ha appena giustiziato mio figlio, disarmato." Presidi spontanei si sono tenuti il giorno dopo, con i manifestanti che alzavano le mani in segno di finta resa  e  gridavano alla polizia "non sparate! "

Domenica 11 agosto, una manifestazione di protesta si è tenuta alle ore 10, con una folla di circa mille persone, composta per lo più da residenti nell'area di Ferguson. Mentre la giornata trascorreva, la polizia arrivava in numero sempre maggiore, da quasi tutti i dipartimenti circostanti, tra cui una squadra d'assalto SWAT con un veicolo corazzato e fucili a ripetizione. La presenza pesante della polizia, invece di intimidire i manifestanti, li ha fatti arrabbiare ancor di più. Il capo della Contea di St. Louis , Charlie Dooley, un democratico di colore, ha parlato ai manifestanti, chiedendo loro di andare a casa. Ma dopo aver espresso la sua "fiducia che la polizia di St. Louis County avrebbe saputo condurre un'indagine equa," la folla lo ha zittito. La polizia di Ferguson di cui Dooley ha così tanta fiducia è oggetto di una lunga serie di denuncie davanti al giudice federale per abusi razziali. Intorno alle 8 di sera, la polizia in tenuta antisommossa ha iniziato a liberare le strade nei pressi della stazione di polizia.

Mentre la polizia continuava ad avanzare, alcuni giovani hanno cominciato un "saccheggio mobile", che è durato fino alla mattina presto. Molti giovani hanno iniziato rompendo finestre, fermando autobus, e saccheggiando negozi, concludendo il tutto con l'incendio della stazione di servizio QuikTrip. La rivolta ha portato a 32 arresti .Le Tv e le radio locali riferiscono che si sono stati sentiti spari durante la notte tra cui alcuni rivolti alla polizia, anche se non sono stati segnalati feriti.

I mass media «mainstream» hanno posto l'accento sugli incendi dolosi, sui saccheggi e sulle violenze. Ma quando le autorità hanno deciso di porre fine al corteo di domenica notte con squadre antisommossa e cani poliziotto, hanno tolto l'unico sbocco legale a disposizione dei giovani per esprimere la loro indignazione e rabbia. Le autorità hanno totalmente frainteso lo stato d'animo di molti per le strade, che si può riassumere nello slogan "ne abbiamo abbastanza!" Basta con la disoccupazione e la povertà; ne abbiamo abbastanza di essere terrorizzati dalla polizia; ne abbiamo abbastanza di non avere alcuna voce.

Durante questi eventi, i mass media capitalisti hanno dimostrato ancora una volta di voler riprodurre in modo vergognoso il gioco sottile della colpevolizzazione della vittima.  Soprattutto i media televisivi hanno sistematicamente utilizzato una sola foto di Michael Brown, dove indossava una camicia rossa e apparentemente fa un segno comune a diverse gang. Immagine in contrasto con la maggior parte delle foto disponibili, dove Michael era in atteggiamenti del tutto pacifici. È interessante notare che questo ha portato alla pubblicazione di foto su Instagram che usavano il tag #iftheygunnedmedown, dove molti hanno postato una foto di se stessi in un atteggiamento "ambiguo» lasciando immaginare che quella sarebbe stata la foto utilizzata dai media se fossero stati uccisi dalla polizia (gunned down, ndt). Questo dimostra non solo che molti giovani non credono ai media capitalisti, ma sono anche in grado di prendere in giro con un forte senso dell'ironia.

Ora è stato annunciato che l'FBI e il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti assumeranno a sè l'inchiesta sulla sparatoria di Michael Brown, ma questa è una magra consolazione per molti. Infatti, anche il quotidiano St. Louis Post-Dispatch ha dovuto pubblicare un editoriale dal titolo: "Disparità di giudizio -Michael Brown non ne ha ottenuto alcuno. Il poliziotto che gli ha sparato invece sì. " Mentre l'editoriale comprendeva alcune informazioni pertinenti, quali il fatto che i neri hanno il 66% più probabilità di essere fermati dalla polizia rispetto ai bianchi, purtroppo non ha fornito risposte altrettanto pertinenti. Il quotidiano si è limitato a chiedere maggiore  "trasparenza" nelle indagini, e a ribadire che i fatti avvenuti debbano  servire da monito alla polizia per come comportarsi in futuro.

Dobbiamo capire che in una società divisa in classi, l'obiettivo primario delle forze di polizia non è quello di "servire e proteggere" la gente comune, ma piuttosto quello di difendere la proprietà dei ricchi. Questo è il motivo per cui, al fine di proteggere l'incasso di pochi dollari per la multinazionale QuikTrip, un ufficiale di polizia è stato pronto a porre fine alla vita di un giovane della classe operaia. Questa vicenda è solo l'espressione del vero ruolo della polizia nella sua forma più acuta. Nel perseguimento del profitto, questa società lascia milioni di persone senza lavoro e in povertà, senza casa, senza assistenza sanitaria e istruzione. Di conseguenza, quasi un americano su 100 e quasi 1 nero americano su 24 si trovano in carcere, che è un'altra forma di terrorismo di stato e di violenza.

Noi, insieme a molti altri, esigiamo che l'assassino di Michael Brown sia processato in un tribunale, libero da interferenze della polizia. Ma dobbiamo essere chiari: qualsiasi processo in tribunali capitalisti non potrà evitare che ciò accada di nuovo. Il problema è questo: viviamo in una società di classe, con i lavoratori da un lato, e una minuscola pugno di capitalisti dall'altro. Vi è la maggioranza della classe operaia di tutti i colori e una minoranza -la classe capitalista di tutti i colori - che governa la società e controlla lo stato attraverso la sua titolarità delle leve chiave dell'economia.

Nella società capitalistica, le leggi sono scritte, in ultima analisi, per difendere gli interessi di questa minoranza. Affinchè vengano applicate c'è bisogno di uno speciale macchina - lo stato che comprende la polizia e le carceri, che impone la volontà di una minoranza sulla maggioranza. Finché viviamo sotto il sistema capitalista, lo Stato dovrà usare metodi brutali per fare in modo che la maggioranza "faccia ciò che le viene ordinato." Così, mentre l'intervento del governo federale può sembrare fornire imparzialità alle indagini, dobbiamo essere chiari che qualsiasi indagine da parte dello Stato capitalista in un crimine perpetuato negli interessi del capitalismo non può mai fornire una vera giustizia per Michael Brown e la sua famiglia. Finché il capitalismo continua ad esistere, non ci saranno ancora molti Trayvon Martin e Michael Brown e un sistema giudiziario lontano dall'imparzialità tratterà i loro assassini con i guanti.

Mentre possiamo simpatizzare con le ragioni delle sommosse, che riflettono le profonde contraddizioni della società, dobbiamo anche spiegare che tali sommosse non possono mai portare un cambiamento fondamentale della situazione. Essi sono espressione, soprattutto, di frustrazione e impotenza, e di ciò che Huey Newton (uno dei fondatori delle Pantere nere, ndt) chiamava "energia sprecata." I giovani sono frustrati e non hanno una strategia per cambiare le cose. La direzione del movimento operaio ha la responsabilità di elaborare questa strategia per mobilitare i giovani e la lotta per l'occupazione, l'istruzione, la casa, salari più alti, e altro ancora. Ma tutto quello che fanno i vertici della AFL-CIO (la confederazione sindacale negli Usa, ndt) è chiedere il voto per i democratici o raccogliere firme su petizioni al Parlament.Tutto ciò ha non risolto nulla.

Inoltre, saccheggi e vandalismo servono solo a procurare danni ai nostri quartieri e a fornire  una comoda scusa per non affrontare i legittimi problemi che affliggono i lavoratori e i giovani. Le sommosse forniscono una distrazione conveniente per i media, che possono quindi concentrare la loro attenzione sugli incendi, saccheggi, e il comportamento dei rivoltosi, al fine di distogliere l'attenzione dalla maggior parte dei manifestanti pacifici e dalle colpe di questo sistema marcio, che permette che simili tragedie si verifichino. Pertanto, la domanda che ci dobbiamo porre non è perché c'è stata una sommossa, ma piuttosto che cosa ha portato i giovani, in particolare quelli di colore, in un vicolo cieco tale?

Economicamente, la situazione nel Missouri è simile al resto del paese, e la crisi nei sobborghi operai come Ferguson è stata particolarmente dura, con il tasso di disoccupazione reale intorno al 14% e oltre il 20% per i residenti afro-americani. Le cifre per i giovani neri e latinos sono approssimativamente due volte queste cifre totali. Secondo l'organizzazione Young invincibles, "Nel corso dell'ultimo decennio, le opportunità economiche per i giovani adulti in Missouri sono diminuite drasticamente e la recessione peggiorato le cose. Mentre reddito e prospettive di lavoro diminuiscono, sempre più giovani si trovano solo lavoro part-time, o rimangono fuori dal mondo del lavoro."

Il fatto è che, la "ripresa economica" di cui abbiamo sentito parlare, non è per noi, è solo per le grandi imprese e i ricchi. Nonostante l'aumento dei profitti, questo denaro rimane nei conti bancari dei ricchi e non viene investito per creare posti di lavoro di qualità e nemmeno occupazioni con bassi salari. La classe lavoratrice, nera, ispanica, asiatica, e bianca - viene collettivamente spremuta in nome del capitalismo. Non c'è alcuna prospettiva per la classe operaia e per la gioventù entro i limiti del sistema capitalistico.

Il capitalismo statunitense ha a lungo adottato la politica del "divide et impera". Malcolm X l'aveva capito e per questo aveva pronunciato  la famosa frase "non si può avere il capitalismo senza razzismo". I lavoratori neri sono stati a lungo trattati come di seconda cittadini di serie B,confinati in quartieri, scuole e lavori di seconda classe, il tutto applicato da un invisibile, ma onnipotente rete di repressione poliziesca e di discriminazione. Questo oppressione continua perché l'estrema ricchezza dei capitalisti si basa sulla corrispondente scarsità di risorse per la classe operaia. E finché esiste tale scarsità, è più facile per la classe dirigente di dividere il nero contro bianco, giovane contro il vecchio, uomini contro le donne, tutti a contendersi le briciole lasciate cadere dalla tavola dei capitalisti. Mentre continua la crisi del sistema capitalistico, il sistema è in grado di fornire solo posti di lavoro a basso salario e part-time, e chiedere una ulteriore peggioramento delle condizioni di vita, non solo per i lavoratori neri, ma per tutta la classe lavoratrice e per gli oppressi.

Il modo per combattere il razzismo e la violenza della polizia è attraverso l'unità della classe operaia e delle masse, l'azione organizzata per le strade, nei luoghi di lavoro e nelle scuole e nelle università. Il movimento operaio deve porsi alla testa di un tale movimento, della lotta per l'effettiva parità di opportunità per tutti, sulla base di indipendenza politica e organizzativa dei capitalisti e dei loro partiti. Solo la rottura con i democratici e repubblicani e la costruzione di un partito di massa dei lavoratori basato sui sindacati può garantire ai lavoratori e ai giovani americani di ottenere una vera e propria voce politica.

Siamo d'accordo con coloro che chiedono che la brutalità della polizia e il pregiudizio etnico o religioso che la caratterizza debbano finire. Ed è comprensibile che molte persone chiedano il controllo delle comunità locali sulla polizia, in quanto capiscono istintivamente che la polizia non sono imparziali e non rappresentano gli interessi della maggioranza. Tuttavia, dobbiamo spiegare che la polizia non può mai essere veramente separata dallo stato capitalista. In definitiva, solo i lavoratori della comunità, organizzata come una forza di difesa democraticamente eletta e controllata dal basso, potrebbe davvero proteggere le persone dalla criminalità e dalla brutalità della polizia. Questo, a sua volta, può avvenire solo nel quadro di una lotta generalizzata e organizzata dai lavoratori per cambiare la società.

Misure temporanee o cosmetiche non elimineranno le cause della disuguaglianza, della povertà, e della criminalizzazione. Ciò che è necessario è un massiccio programma di opere pubbliche per ricostruire le nostre comunità e le infrastrutture, per fornire alloggi di qualità, l'assistenza sanitaria, l'istruzione, l'occupazione e sindacali ben retribuiti che possono assicurare un tenore di vita dignitoso per tutti. Niente di tutto questo è possibile, nel quadro del sistema di profitto del capitalismo. Questo è il motivo per cui, se vogliamo davvero sconfiggere il razzismo e far finire la disuguaglianza, dobbiamo lottare per porre fine al sistema capitalista stesso e per il socialismo, l'unico sistema che darebbe ai giovani quel futuro che giustamente meritano!

12 agosto 2014

Scarica il volantino che la Workers' international league ha distribuito nei cortei a Ferguson

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