Prima scuola panamericana della Tendenza marxista internazionale Italian Share Tweet Italian translation of First Pan-American Marxist School of the IMT (March 4, 2009) Dal 27 febbraio al 2 marzo oltre 100 rivoluzionari provenienti da tutto il continente americano si sono riuniti a Città del Messico per partecipare alla prima scuola marxista panamericana della Tendenza Marxista Internazionale (TMI). Erano presenti compagni della Corrente Socialista El Militante in Argentina, di Esquerda Marxista dal Brasile, della Corrente Rivoluzionaria Marxista Venezuelana (la cui delegazione comprendeva Jorge Paredes, uno dei compagni dirigenti del comitato di fabbrica alla Inveval, la fabbrica nazionalizzata e gestita sotto il controllo dei lavoratori), un rappresentante del BPJ (Bloque popular juvenil) da El Salvador, la Workers’ international league dagli Usa, la tendenza canadese “Fightback”, insieme a compagni dall’Ecuador, un compagno da Cuba, compagni da Spagna, Italia e Austria e Alan Woods, Ana Munoz e Jorge Martin per il gruppo dirigente internazionale della TMI. Oltre a queste delegazioni internazionali, erano presenti compagni della tendenza marxista messicana El Militante, alcuni dei quali arrivavano da molto lontano, provenendo da altri stati (Puebla, Hidalgo, Coahuila, San Luis Potosi, Chihuahua, Edo Mexico) per prendere parte a questo importante avvenimento. Ci sono anche stati compagni da El Salvador, Bolivia, Costarica, Colombia e Cuba che non hanno potuto partecipare perché le autorità messicane avevano negato loro il visto. È un dato di fatto che il governo messicano, seguendo le istruzioni di Washington, abbia trasformato il Messico nella frontiera meridionale degli Stati Uniti con una brutale politica sull’immigrazione dai paesi latinoamericani più poveri. I compagni avevano già organizzato, già prima dell’apertura ufficiale della scuola, un incontro molto ben riuscito per lanciare il nuovo libro di Alan Woods “Riformismo o rivoluzione” ed un incontro sul ruolo dei giovani nella lotta contro la crisi capitalista, ospitato dal Comitato di lotta degli studenti del politecnico messicano - Comitato in difesa della scuola pubblica (CLEP-CEDEP), un’ organizzazione nata durante il movimento studentesco del 1968. L’incontro si è aperto il 27 febbraio al club dei giornalisti nel centro storico della capitale messicana. I compagni avevano prestato molto tempo all’allestimento della sala dove era esposto uno striscione con lo slogan “Lo spettro del socialismo si aggira per l’ America”. C’era anche un altro striscione della corrente democratica “Rosso e Nero” del sindacato dei lavoratori dell’elettricità (SME) che recitava “Contro la crisi capitalista l’unica soluzione è la rivoluzione socialista”. La prima sessione si è occupata della crisi del capitalismo e delle prospettive della lotta di classe nel mondo, ed è stata introdotta da Alan Woods. Egli ha sottolineato la profondità dell’attuale crisi economica, un elemento riconosciuto dagli stessi economisti e commentatori borghesi. Questo sta già avendo e avrà un impatto profondo sulla coscienza di milioni di lavoratori e lavoratrici che finora non si erano interessati alla politica o avevano fatto attività politica. Il compito dei marxisti è spiegare pazientemente che l’unica soluzione a questa crisi è la rivoluzione socialista e conquistare le masse iniziando dai settori di lavoratori più avanzati. Molti compagni sono intervenuti nella discussione ed hanno toccato argomenti come l'impatto della crisi in America Latina, particolarmente in relazione al crollo delle rimesse degli immigrati che saranno i primi a perdere il proprio lavoro nei Paesi capitalisti. Nel pomeriggio dello stesso giorno c'è stata una sessione sul Venezuela introdotta da Francisco Rivero, membro del gruppo dirigente della Corrente Marxista Rivoluzionaria (CMR) e portavoce della sezione locale del PSUV. Rivero ha spiegato come le masse venezuelane possiedano un enorme potenziale rivoluzionario ed un livello di coscienza molto elevato, ma ha anche sottolineato come la rivoluzione non sia ancora stata portata a termine dieci anni dopo l'ascesa al potere da parte di Chavez. Questo potrebbe demoralizzare alcuni settori delle masse dando così all'oligarchia la possibilità di sconfiggere la rivoluzione. Segni premonitori di questo sono stati la sconfitta nel referendum sulla costituzione del 2007 e la perdita di Stati importanti nelle elezioni regionali del 2008. Ha anche descritto la situazione esistente nel movimento sindacale, dove nessuna delle correnti esistenti nel gruppo dirigente nazionale dell' UNT ha effettivamente preso in mano in modo serio la lotta per la rivoluzione socialista ed il controllo operaio, nonostante le numerose opportunità offerte da appelli ripetuti da parte di Chavez. Anche altri compagni dal Venezuela hanno preso la parola spiegando il ruolo che la CMR sta giocando nel movimento operaio, compreso il ruolo chiave giocato nelle occupazioni di fabbriche come la Vivex e la Mitsubishi, a Barcellona, nello stato di Anzoategui, e le posizioni conquistate nel SIDOR e fra i lavoratori petroliferi,così come fra i lavoratori del FRETECO nel movimento delle fabbriche occupate. Sabato 28 il compagno Jose Carlos Miranda, dirigente nazionale della Sinistra Marxista Brasiliana e del Movimento socialista nero ha illustrato la situazione brasiliana, dando una panoramica generale della storia del movimento operaio e socialista in questo Paese insieme ad una descrizione della situazione attuale. Ha prestato grande attenzione alla storia del Partito dei Lavoratori (PT) e della Confederazione dei Lavoratori Uniti (CUT) nel periodo rivoluzionario della lotta contro la dittatura. Queste organizzazioni hanno radici profonde fra le masse che le vedono come strumenti che hanno costruito per difendere i propri interessi. Per questo motivo i Marxisti devono farne parte e lottare al loro interno per costruire un ponte fra le forze ridotte del marxismo e le grandi masse di lavoratori. Ha anche spiegato il ruolo giocato da Esquerda Marxista (la sezione brasiliana della TMI) nel movimento delle fabbriche occupate, dove ora resiste solo la Flasko, dopo sette anni di occupazione. con l'ondata di licenziamenti di massa a seguito della crisi vedremo molte altre occupazioni di fabbriche e la Flasko può diventare un punto di riferimento. Il compagno Miranda ha anche spiegato la lotta del movimento socialista nero contro il tentativo del governo di Lula di introdurre quote su base razziale ed un sistema di identità razziale, mettendo in luce che si tratta di uno strumento per dividere la classe operaia su base razziale. Il pomeriggio Jorge Martin ha introdotto la discussione su Cuba ed ha spiegato come la caratteristica principale della storia rivoluzionaria di questo Paese nel ventunesimo secolo sia stata la rivoluzione permanente, vale a dire l'incapacità della borghesia locale di portare avanti i compiti della democrazia nazionale (compresa una vera liberazione nazionale e la riforma agraria) e come i tentativi di risolverli abbiano inevitabilmente portato ad una rottura con il capitalismo. Ha spiegato come questa è stata la politica di Julio Antonio Mella, fondatore del Partito Comunista Cubano, ma anche come persino dei leader rivoluzionari che non erano partiti da una posizione anticapitalista avessero dovuto rompere con il capitalismo, come Antonio Guiteras negli anni 30 e il gruppo dirigente del Movimento 26 luglio durante la rivoluzione del 1959. In opposizione a tutto questo, la politica dello Stalinismo è sempre stata di cercare alleanze con i settori presuntamente progressisti della classe dominante cubana. Questo li portò a tradire lo sciopero generale del 1933 contro Machado, a partecipare con due ministri al governo Batista tra il 1940 ed il 1942 e ad opporsi a misure per la nazionalizzazione dopo la rivoluzione del 1959. Dopo aver trattato la difficile situazione venutasi a creare nell’isola dopo il crollo dello Stalinismo in Russia, Jorge Martin ha sottolineato come l’unica soluzione ai problemi che oggi Cuba sta affrontando passi per la democrazia operaia e la diffusione della rivoluzione ad altri Paesi. Anche un comunista cubano che attualmente studia in Messico ha preso parte alla discussione. Ha spiegato che le posizioni verso Cuba spaziano dalla demonizzazione all’apologia acritica, nessuna delle quali può aiutare la rivoluzione. L’atteggiamento autenticamente rivoluzionario verso Cuba da parte dei rivoluzionari negli altri Paesi dovrebbe essere - ha sostenuto - di sostegno ma anche di critica. Nel suo intervento ha detto che dovrebbe esserci più spazio aperto a misure di economia di mercato in combinazione con la pianificazione democratica dell’economia. Questo ha portato ad un dibattito fra compagni molto animato dove molti compagni hanno espresso la propria opinione o fatto domande. La Rivoluzione Cubana è chiaramente un argomento chiave per i rivoluzionari del continente americano e del mondo intero. Jorge Martin ha concluso il dibattito spiegando che la posizione della TMI è quella di difendere la rivoluzione e le sue conquiste contro l’imperialismo, contro lo Stalinismo (che, come si è visto in Russia, porta in ultima analisi alla restaurazione del capitalismo) e contro chi nell’isola propugna la “via cinese” all’introduzione di riforme di mercato che porterebbero inevitabilmente al capitalismo. Domenica Primo marzo ci sono state commissioni in contemporanea su Bolivia e El Salvador. Il compagno Ricardo Ayala ha condotto la commissione su El Salvador, dove ha cercato di tracciare una panoramica della storia della lotta di classe in quel Paese, dalla lotta di Farabundo Marti negli anni 20 e 30 con la formazione del partito comunista, alla guerra e alla lotta delle masse negli anni 80. Ayala ha spiegato che l’FMLN, organizzazione di massa dei lavoratori e dei contadini, probabilmente vincerà le prossime elezioni presidenziali a marzo, e come la classe dominante sia terrorizzata dal fatto che questo possa portare ad una situazione rivoluzionaria a El Salvador. Il candidato dell’FMLN, Funes, non è esattamente un rivoluzionario, ma più esattamente un riformista, comunque le masse lo metterebbero velocemente sotto pressione dato che lo vedono come una speranza per ottenere cambiamenti sostanziali. Il compagno Ricardo ha avvertito che la classe dominante salvadoregna proverà ad utilizzare l’arma della frode elettorale per evitare che questo accada e che il BJP si sta mobilitando affinché alla frode elettorale si risponda con mobilitazioni di massa. La discussione sulla Bolivia è stata introdotta da Jorge Martin ed ha affrontato sia la rivoluzione del 1952 che l’attuale ondata di mobilitazioni di massa ad iniziare dalla vittoria nella guerra dell’acqua di Cochabamba per finire con il tentato golpe dell’ oligarchia contro Evo Morales nel settembre 2008. Ha sostenuto che nella storia della Bolivia le masse hanno avuto numerose possibilità di prendere il potere, compreso recentemente durante le sollevazioni rivoluzionarie di settembre 2003 e maggio-giugno 2005. Quello che è mancato in tutte queste occasioni è stata una guida rivoluzionaria. Il dibattito in questa commissione è stato molto vivace ed ha spaziato su una vasta gamma di argomenti, compresa la questione indigena, il ruolo della classe lavoratrice e l’ atteggiamento dei Marxisti nei confronti del MAS e verso il governo di Evo Morales. Le commissioni sono state seguite da rapporti su Stati Uniti, Canada e Messico. John Peterson, della Workers’ International League (WIL), ha spiegato la profondità della crisi economica che gli USA stanno vivendo, mettendo in luce che il PIL è diminuito del 6,2% nel quarto trimestre del 2008. John ha spiegato come l’entusiasmo generato dalla campagna elettorale di Obama si il riflesso di un desiderio di cambiare che ha radici molto profonde all’interno della popolazione USA e del rigetto nei confronti delle posizioni di Bush, della guerra in Iraq, ecc. Ha comunque spiegato che Obama è un rappresentante della classe dominante come tanti altri e che non attuerà nessun cambiamento radicale, come già messo in luce dalle sue scelte per la composizione del governo e dai primi annunci da parte dell’ esecutivo. John ha spiegato l’importanza dell’occupazione della fabbrica Windows and Doors Republic a Chicago, che si collegava direttamente al movimento dei lavoratori immigrati nel 2006 e all’occupazione dell’Inveval in Venezuela. Ha concluso dicendo che la rivoluzione non ha confini. La compagna Jennie Ernewin ha quindi spiegato la situazione in Canada, comprese le occupazioni di fabbriche in Ontario e Quebec, le lotte studentesche per la gratuità dell’ istruzione e lo sciopero militante degli assistenti educativi dell’ università di York. Ubaldo Oropeza, uno dei massimi dirigenti della tendenza marxista messicana “Militante” ha spiegato come il dipartimento di stato americano sia seriamente preoccupato di come il Messico possa diventare uno stato “fallito” a causa dell’ mpatto della violenza dei narcoterroristi, il discredito di cui godono le istituzioni politiche e le massicce mobilitazioni popolari del 2006. La crisi economica sta colpendo duramente il Messico ed ha spiegato che dopo i movimenti rivoluzionari contro le truffe elettorali e la comune di Oaxaca nel 2006 adesso i lavoratori, dopo essere stati bloccati sul fronte politico, potrebbero orientarsi verso la lotta sindacale. Ha spiegato che la lotta dei lavoratori Olimpya a Edo Mexico, che hanno scioperato per oltre 50 giorni per difendere i propri posti di lavoro, potrebbe in ultima analisi portare all’occupazione della fabbrica da parte degli stessi lavoratori. Una delegazione dei lavoratori Olimpya era presente alla scuola ed il loro leader sindacale Gerardo è intervenuto in assemblea, dove si è lanciata una colletta a sostegno dei lavoratori. Il pomeriggio è stato occupato da una discussione sulla costruzione della TMI nel continente americano. Dieci anni fa la TMI aveva soltanto un gruppo di circa 70 compagni in Messico. Adesso abbiamo compagni in Canada, USA, Mexico, El Salvador, Honduras, Guatemala, Colombia, Venezuela, Peru, Brasile, Argentina e Bolivia, e contatti molto vicini o simpatizzanti in Cile, Repubblica Dominicana, Costa Rica, Nicaragua, Panama, Uruguay, Paraguay ed Ecuador, coprendo quasi tutti i Paesi del continente. Questo non è successo per caso ma è frutto della decisione di intervenire sin dall’inizio nel processo rivoluzionario in America Latina, iniziando con il lavoro in Venezuela e Argentina e più recentemente in Bolivia. Lo sviluppo della Corrente Marxista Rivoluzionaria in Venezuela ed il suo ruolo nel movimento delle fabbriche occupate ci ha messo in contatto con il movimento delle fabbriche occupate in Brasile, aprendo una discussione che ha portato alla fusione tra TMI e Esquerda Marxista nel 2008. In modo simile, lo sviluppo della sezione messicana ci ha fatto entrare in contratto con il Bloque Popular Juvenil nel Salvador. I compagni hanno fatto rapporti molto entusiasti del lavoro fatto nei propri paesi, dove c’è una grande sete delle nostre idee. Gli interventi sono stati seguiti da una colletta, che seguendo le migliori tradizioni del movimento rivoluzionario ha raccolto 25.000 pesos (circa € 1300) che si sono aggiunti agli 80.000 pesos (circa € 4.158) già raccolti dalle varie sezioni nazionali. Ciò significa che la scuola ha coperto tutti i propri costi, compresi i sussidi per i viaggi dei compagni da Argentina e El Salvador, le spese di alloggio, cibo, trasporti e l’affitto delle sale dove si sono tenuti gli incontri. Alan Woods ha chiuso questa sessione piena di entusiasmo spiegando che i movimenti rivoluzionari nascono ciclicamente, e che adesso siamo entrati proprio in uno di questi cicli. Siamo privilegiati a vivere in questa epoca e a farlo in quanto attivisti della TMI, il che ci permette di capire quello che succede attorno a noi e di intervenire per cambiare la società. La sessione è terminata con il canto dell’ Internazionale, riflettendo lo stato d’animo pieno di entusiasmo che ha pervaso tutto l’ incontro. Lunedì 2 la sessione finale della scuola ha avuto luogo all’interno del museo dedicato a Leon Trotzky, ospitato nella casa dove visse fino a quando fu ucciso da un agente stalinista. Vogliamo ringraziare lo staff del museo che lo ha aperto apposta per noi – il museo è infatti chiuso il lunedì – permettendoci di visitarlo e di tenere là il nostro incontro. La riunione si è incentrata sul Programma di Transizione. Prima dell’inizio dell’ incontro un funzionario dell’ambasciata venezuelana in Messico ha speso alcune parole per spiegare la vittoria elettorale nel referendum costituzionale ed ha ringraziato i compagni per il lavoro di solidarietà portato avanti. Esteban Volkov, nipote di Trotskij, è stato il primo a parlare. Ha sottolineato l’importanza delle idee di Leon Trotskij e soprattutto la sua lotta contro lo stalinismo. Alan Woods ha parlato dopo di lui illustrando il contesto del Programma di Transizione. Ha detto che lo stesso Trotskij considerava il lavoro fatto nell’ultima parte della sua vita l’unico nel quale il suo ruolo sia stato veramente indispensabile. Questa è un’affermazione molto importante considerando il suo ruolo nella rivoluzione del 1905, in quella del 1917 e nell’organizzazione dell’ Armata Rossa durante la guerra civile. L’idea di un programma di transizione non era di Trotskij ma apparteneva alla tradizione del programma del Partito Bolscevico e dei primi congressi dell’Internazionale. Il punto principale del programma è dato dal tentativo di aprire un dialogo tra le piccole forze del marxismo e le grandi masse della classe lavoratrice. Non è vero che i Marxisti sono contrari alle riforme. Al contrario, i Marxisti sono i combattenti più tenaci per ottenere miglioramenti nelle condizioni di vita della classe lavoratrice, spiegando che non possono essere mantenuti fino a quando il capitalismo non sarà rovesciato. I Marxisti si oppongono ai riformisti non perchè siamo contro le riforme, ma piuttosto perchè i riformisti non sono in grado di portare avanti una lotta seria per difendere le riforme che la classe operaia ha conquistato in passato. I settari pensano che la costruzione di un partito rivoluzionario sia un compito semplice: basta proclamarlo e fare appello alle masse affinchè vi aderiscano. Questo non ha niente a che fare col marxismo e non porta da nessuna parte. Senza iniziare un dialogo sincero con i lavoratori semplici, non politicizzati, iniziando dal loro attuale livello di coscienza e di comprensione, non sarà mai possibile costruire un’organizzazione rivoluzionaria. Tutti i compagni intervenuti hanno sottolineato di essere emotivamente coinvolti dal fatto di potersi incontrare nella casa dove Trotskij lavorò negli ultimi anni della sua vita e fu ucciso. Nelle repliche della discussione, Alan Woods ha spiegato che Stalin credeva di essere riuscito ad uccidere le idee di Trotskij nel 1940, ma che si sbagliava. Ha affermato “le sue idee vivono in questa stanza”. Il meeting si è chiuso con il canto dell Internazionale, seguito da una visita della casa. Nel pomeriggio si è svolto un ultimo incontro organizzato all’interno della sede del sindacato degli elettricisti per lanciare il primo numero di America Socialista, la rivista della TMI nel continente americano. Compagni da Stati Uniti, Brasile, Messico e Venezuela sono intervenuti e l’incontro si concluso ancora una volta con il canto dell’Internazionale. Senza dubbio la scuola rappresenta un importante punto di svolta nella costruzione delle forze della TMI nel continente americano. C’era un entusiasmo generalizzato. Vogliamo anche congratularci con i compagni messicani, che hanno fatto un lavoro eccellente nell’ organizzare l’incontro nei minimi dettagli. Source: FalceMartello