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All’alba del 2022, le grida di “Felice Anno Nuovo” suonano vuote per la maggior parte delle persone, perché gran parte di loro non è affatto felice. In passato, nei tempi difficili, cercavano consolazione nella religione. Ma oggigiorno le chiese sono vuote. Invece, la gente ha la tendenza a rifugiarsi nei pub, o forse nei cinema, che sono diventati simili a un moderno oppio dei popoli. Ma dato che molti di questi locali sono chiusi, in tanti non hanno altro posto dove cercare conforto che nel loro televisore.

Il mese scorso ha visto manifestazioni di massa attraversare l’Europa mentre i governi introducevano misure coercitive e discriminatorie per contenere una nuova ondata della pandemia. Sono esplose proteste in Germania, Austria, Svizzera, Repubblica Ceca, Slovacchia, Italia, Paesi Bassi, Belgio e Bulgaria, tra gli altri. Abbiamo visto sviluppi simili in altri Paesi a capitalismo avanzato, compresi gli Stati Uniti e l’Australia.

Ieri sera abbiamo ricevuto questo resoconto da un corrispondente in Kazakhstan dopo un blackout di internet durato sette ore. Durante la notte, le proteste iniziate contro l’aumento del prezzo del gas si sono trasformate in una rivolta che ha già portato alle dimissioni del governo, ma che non mostra segni di cedimento.

Ieri (giovedì 6, ndt), l’esercito kazako e le forze di sicurezza sostenute dalle forze speciali russe sono intervenute per reprimere con la forza quello che era diventato il più grande movimento di massa in Kazakhstan dal crollo dell’Unione Sovietica.

l candidato di Apruebo Dignidad, Gabriel Boric, ha vinto le elezioni presidenziali con il 56% dei voti. In termini assoluti, si tratta di una maggioranza record, con circa 4,6 milioni di voti per Boric, che lo pone quasi 1 milione di voti davanti al candidato filo-Pinochet, Juan Antonio Kast, che ha ottenuto il 44%.

l 27 novembre scorso sono scoppiate le proteste contro gli emendamenti alla legge sul referendum – che eliminano il quorum del 50% dei cittadini adulti per garantire la validità di un referendum – e a quella sugli espropri – che rende più facile per lo stato espropriare la proprietà privata della famiglie della classe operaia. Tutto ciò viene dichiarato “nell’interesse pubblico” – con cui, ovviamente, si intendono gli interessi delle grandi imprese.

Xiomara Castro, candidata del partito Libre (Partito della libertà e della rifondazione), forza trainante della coalizione d’opposizione, ha vinto le elezioni in Honduras. Il regime instaurato dal golpe del 2009 è stato rovesciato. Con il 40% dei voti conteggiati, Xiomara è in testa con il 53,61% contro il 33,87% di Nasry Afura (soprannominato “Papi a la orden” – il “Papi dell’ordine”) del Partito nazionale, il candidato che rappresenta la continuità del golpe.

È emersa una nuova e preoccupante variante del COVID-19, denominata B.1.1.529 o anche Omicron. Questo ceppo è il prodotto inevitabile dello sconsiderato inseguimento degli interessi a breve termine del capitalismo, che stanno allungando questo incubo pandemico, che sembra senza fine.

Dopo una battaglia durata un anno, i contadini indiani alla fine hanno avuto la meglio sul governo di destra di Modi e su tutti i suoi protettori capitalisti, ottenendo un ritiro delle tre leggi reazionarie che erano state approvate sull’agricoltura. È una grande vittoria per i contadini, ottenuta grazie a una lotta coraggiosa tenuta viva con tenacia dal settembre del 2020.

Lo scorso 17 novembre, è stato finora il giorno più sanguinoso da quando è avvenuto il colpo di stato in Sudan. Un corteo a livello nazionale è stato accolto con la più micidiale repressione mai fatta dalle forze di sicurezza. Questo massacro deve essere un ultimo monito alle masse: solo l’autodifesa armata con ogni mezzo necessario può garantire una vittoria alla Rivoluzione sudanese.

Attualmente 800 milioni di persone non mangiano una quantità di cibo sufficiente, e 45 milioni sono sull’orlo di morire di fame. Questo è un atto di accusa impressionante nei confronti di una società nella quale i più ricchi hanno guadagnato 4.000 miliardi di dollari durante il primo anno di pandemia globale.

Domenica 31 ottobre si sono ufficialmente aperti i negoziati per la COP26, l’ultima Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. Ospitata a Glasgow, Boris Johnson ha accolto i capi di stato da tutto il mondo per due settimane di trattative, dibattiti e conferenze stampa. Erano anche presenti i leader di alcune aziende per presentare le loro idee su come affrontare il cambiamento climatico. In questo articolo, scritto alla vigilia del summit, si evidenzia come la Cop26 sia ben lontana dal rappresentare un punto di svolta.