Elezioni in Germania – Tutti contro la destra, l’establishment e il capitalismo!

La crisi del capitalismo tedesco si approfondisce senza sosta. La scorsa domenica, si sono tenute le elezioni nei Land della Sassonia e della Turingia. Entrambe sono state vinte dal partito di destra “Alternativa per la Germania” (AfD) e dalla nuova nuova formazione demagogica “Alleanza Sahra Wagenknecht” (BSW), una scissione del partito di sinistra Die Linke. In Germania, i riformisti e i liberali sono sprofondati nel panico più totale, ma questo risultato è il segno del loro fallimento.

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I partiti del governo federale (Socialdemocratici, Verdi e Liberali) sono stati puniti fortemente per i loro attacchi contro la classe lavoratrice. Il partito conservatore dei Cristiano-Democratici (CDU), il principale partito del capitale, è stato in grado di reggere il colpo solo perché è stato percepito come il male minore tra i partiti con la maggiore possibilità di sconfiggere l’AfD. La metà dei suoi voti possono essere attribuiti a questo.

D’altra parte, in Sassonia, Die Linke è stato in grado di mantenere la sua presenza nel parlamento del Land solo perché è riuscito a conquistare i mandati diretti in due circoscrizioni a Lipsia (i mandati diretti sono una peculiarità del sistema elettorale tedesco che permette a un partito di conquistare più seggi rispetto alla sua percentuale di voti, Ndr). In Turingia, dove Die Linke ha fatto parte di due governi e ha espresso il primo ministro fin dal 2014, l’appoggio al partito è sceso ai minimi termini.

Il riformismo e il liberalismo sono stati drasticamente puniti in queste elezioni. Il cosiddetto centro politico sta crollando in Germania, esattamente come avviene in qualsiasi altra parte del mondo. La polarizzazione politica sta raggiungendo un livello superiore; il regime borghese sta diventando sempre più instabile sia politicamente sia socialmente.

Crisi del capitalismo tedesco

L’origine di questo sviluppo è la crisi del capitalismo tedesco. L’economia non si è ripresa dopo la pandemia del coronavirus. La guerra in Ucraina e i suoi effetti catastrofici hanno evidenziato l’impasse strategica dell’imperialismo tedesco.

La classe dominante tedesca si è impantanata in questa situazione perché si è completamente subordinata agli interessi degli Stati Uniti nella guerra in Ucraina. Di conseguenza, essa si è privata del proprio accesso al gas e al petrolio russi a basso costo.

La produzione e le commesse sono crollate in settori cruciali (automobili, ingegneria meccanica, chimica). La BASF, la più grande azienda nel settore chimico, sta chiudendo impianti produttivi. Anche altre aziende chimiche stanno andando nella stessa direzione. La Volkswagen, il principale produttore di macchine in Germania, ha annunciato chiusure di impianti e licenziamenti. La produzione complessiva di automobili è crollata in maniera particolarmente accentuata nel 2019 e si trova adesso allo stesso livello degli anni ’90.

Con la crisi delle grandi aziende e dovendo affrontare i prezzi esosi dell’energia, le aziende dell’indotto si trovano sotto una pressione crescente a causa del crollo dei dati di vendita. La concorrenza per i mercati e gli investimenti con la Cina e gli Stati Uniti sta anch’essa contribuendo a schiacciare l’economia tedesca.

La crisi inflattiva e la minaccia di licenziamenti di massa incombono sulla classe operaia come una spada di Damocle. Dopo vent’anni di politiche di austerità, precarizzazione e intensificazione dello sfruttamento, nella classe operaia e nella gioventù gli animi cominciano a scaldarsi sempre di più. Oltre a ciò, ci sono i timori relativi al cambiamento climatico, alla guerra e alla presa d’atto del fatto che l’intero paese è in declino.

Decenni di austerità e di politiche di privatizzazioni da parte dei governi federali e locali hanno portato le infrastrutture e i servizi della Germania al collasso, con ponti barcollanti, ferrovie dissestate ed ospedali alla deriva. A ciò bisogna aggiungere la carenza spudorata di personale negli asili nido, nelle scuole, nelle case di cura, negli ospedali, nell’amministrazione pubblica e in molti altri settori. Lo sfruttamento sta aumentando enormemente e la vita sta diventando sempre più incerta e logorante per le masse.

Il fallimento della campagna dell’establishment contro l’AfD

Il governo federale non ha nulla da offrire in risposta a questi problemi. Gli aumenti del salario minimo non solo sono arrivati in ritardo, ma sono anche stati immediatamente erosi dall’inflazione. La persecuzione nei confronti dei disoccupati non è venuta meno. La carenza di abitazioni continua a crescere e il governo non sta rispettando le sue promesse neanche su questo aspetto.

Allo stesso tempo, non c’è fine al militarismo. Centinaia di miliardi di euro sono stati riversati nella guerra in Ucraina, nel genocidio a Gaza e nel riarmo della Bundeswehr [esercito tedesco, NdR]. Tutto questo denaro il governo lo sta prendendo da altri voci di spesa e verrà coperto con i tagli, portando a un ulteriore peggioramento dei servizi e a uno sfruttamento ancora più feroce.

Tutto ciò ha portato al crollo della fiducia nelle istituzioni ufficiali da parte delle masse. Secondo gli ultimi sondaggi, il 78% della popolazione ha poca o nessuna fiducia nei partiti politici, il 70% non ne ha nei confronti del governo federale, il 62% nei confronti del parlamento e il 56% nei confronti dell’economia. Ora, la classe dominante ne sta raccogliendo le conseguenze politiche.

La guerra, la crisi economica, la politica durante la pandemia, e tutte le promesse elettorali infrante hanno scosso la fiducia della classe operaia, della gioventù e della piccola borghesia nei partiti liberali, il Partito Liberale Democratico (FDP) e i Verdi, così come nei socialdemocratici riformisti dell’SPD. La CDU sembra resistere solo perché si trova all’opposizione.

Eppure, mentre i partiti “di centro” sono formazioni sperimentate e affidabili per la classe dominante, l’AfD non lo è. La classe dominante guarda l’AfD con sospetto, a causa della sua predisposizione a sfruttare e ad alimentare le preoccupazioni delle masse con una retorica di destra e, soprattutto, per la sua opposizione alla guerra in Ucraina, all’Unione Europea e all’euro. Per salvarsi la pelle e indebolire la destra dell’AfD, all’inizio di quest’anno la classe dominante e il suo establishment politico hanno scatenato una campagna demagogica contro l’AfD.

Tutto ha avuto inizio con la pubblicazione di un articolo sulla testata liberale Correctiv, che ha accusato l’AfD di pianificare deportazioni di massa. Questo articolo è stato ripreso e riproposto da tutti i principali media, partiti e associazioni borghesi.

Hanno poi organizzato manifestazioni “per la democrazia” e campagne pubbliche a favore della “diversità e la democrazia”, che hanno visto l’appoggio di testate della borghesia come Die Zeit, Sueddeutsche Zeitung, Handelsblatt, Wirtschaftswoche e Tagesspiegel, insieme con 700 aziende, fondazioni, associazioni, università e ONG.

In vista delle elezioni europee e delle elezioni regionali in Germania, gli amministratori delegati di Siemens, Mercedes, Deutsche Bank e di molti altri gruppi capitalistici hanno preso una posizione pubblica e hanno fatto appello a non votare per l’AfD.

Allo stesso tempo, l’establishment sta utilizzando l’apparato repressivo dello Stato. Per esempio, i servizi segreti stanno monitorando l’AfD come “caso sospetto” di estremismo politico e la sua organizzazione giovanile, Junge Alternative, in quanto “decisamente estremista di destra”. Hanno anche cominciato a indagare su politici dell’AfD sulla base di presunti pagamenti in denaro da parte della Russia e/o della Cina.

Tuttavia, questi metodi si sono rivelati in gran parte inefficaci contro la crescita dell’AfD. Ciò che la classe dominante tedesca ha ottenuto è il contrario dell’unità nazionale. Al posto di riportare la stabilità e rafforzare il “centro politico”, essa sta destabilizzando ulteriormente il suo stesso sistema.

La campagna razzista dell’establishment

La classe lavoratrice è rimasta perlopiù passiva a tal riguardo, dal momento che l’establishment non riesce a convincerla a sposare la propria campagna contro l’AfD. Così, l’establishment ha cambiato tattica, rubando la scena all’AfD e mettendosi in prima persona ad alimentare l’isteria razzista sulla questione migratoria.

Mentre l’establishment indossava la maschera di difensore della libertà e della democrazia, il governo tedesco inaspriva le leggi per i rifugiati, che potrebbero essere presto sospese. Ma neanche questo ha aiutato a rafforzare il centro. La demagogia razzista dell’establishment si è allora intensificata sempre di più in un tentativo disperato di recuperare consenso politico.

L’attentato di Solingen ha fornito al governo un’occasione d’oro per presentarsi come difensore della “legge” e dell’“ordine”. Tutto ad un tratto, tutti chiedevano una riforma del sistema dell’accoglienza e delle leggi sulle armi. I politici dei Verdi chiedevano un’altra “Zeitenwende” [una “svolta storica”, espressione utilizzata da Scholz per giustificare la svolta verso il riarmo, NdR], mentre i politici dell’SPD chiedevano fondi speciali per armare la polizia e i servizi segreti.

Appena nel giro di qualche giorno, il governo tedesco ha tirato fuori dal cassetto un nuovo “pacchetto sicurezza”, che includeva la cancellazione dei sussidi ai richiedenti asilo che sono obbligati a lasciare il paese o che si sono già registrati in un altro paese Ue; il via libera a deportazioni in Afghanistan e in Siria, la revoca dello status di rifugiato per coloro che hanno diritto all’asilo politico se viaggiano nel proprio paese di origine; e l’estensione dei poteri di sorveglianza delle autorità.

In un discorso alla nazione, il vice-cancelliere Robert Habeck dei Verdi, ha abbellito in maniera ipocrita queste politiche contro i migranti con il linguaggio più “umanistico” possibile. Ma ciò non può nascondere il fatto che i sedicenti partiti “democratici” stanno perseguendo esattamente le stesse politiche che difende l’AfD. A gennaio, le élite stavano ancora evocando la minaccia di deportazioni di massa. Adesso, stanno creando le basi legali per portarle a compimento.

La CDU sta chiedendo misure ancora più dure, in unisono con l’AfD. Il BSW, una formazione dalle caratteristiche peculiari che si è scissa da Die Linke, ha anch’essa dichiarato che, per quanto li riguarda, queste misure non sono abbastanza. Il risalto morboso dato all’attentato di Solingen equivale unicamente a un’incitazione all’odio e a una distrazione dai problemi reali del capitalismo e dalla violenza che coloro che sono al potere infliggono quotidianamente alle masse. Lo scopo è quello di seminare divisione e odio nei confronti dei musulmani, dei migranti e dei rifugiati – nonostante tutte le rassicurazioni del contrario.

Eppure, anche questo tentativo disperato di giravolta tattica non ha né rafforzato il “centro politico” né indebolito l’AfD. Al contrario, un altro partito di stampo demagogico – il BSW – è in crescita, in particolare nell’Est: esso è la creazione dell’ex dirigente della Linke Sahra Wagenknecht, che è riuscita a raccogliere parte della rabbia e del rancore delle masse.

Il vicolo cieco dell’AfD e del BSW

Nonostante tutte le sue uscite anti-establishment e gli attacchi che ha subito da parte dei partiti capitalisti più “tradizionali”, l’AfD è ugualmente a favore dell’austerità, del riarmo e dei tagli alle tasse per i ricchi. Anch’esso cerca di svuotare le tasche della classe operaia per pagare la crisi del capitalismo tedesco.

Sebbene i suoi calcoli demagogici l’abbiano portata a ripudiare la guerra in Ucraina, l’AfD è a favore dell’obiettivo NATO del 2% del PIL in spese militare e sarebbe ben lieta di superarlo. Si è espresso a favore del riarmo della Bundeswehr e del fondo speciale che Scholz ha stanziato per finanziarlo. Inoltre, difende Netanyahu e il genocidio di Israele a Gaza. In tal modo, questo partito sta partecipando alla corsa al riarmo ed ai crimini imperialisti dell’Occidente.

L’AfD non ha nulla da offrire alle masse in termini di politica sociale, tranne la propaganda contro i migranti. Mentre vuole abolire le tasse sulla ricchezza, di successione e sulle aziende, ha intenzione di tagliare i sussidi sociali per i più poveri, cioè ridurre il welfare a beneficio dei profitti del capitale.

Neanche il BSW può dichiarare a buon diritto di parlare per gli interessi della classe operaia e dei giovani. Difende la medesima propaganda razzista contro i rifugiati di tutti gli altri. Vuole un numero maggiore di manager della Germania dell’Est nell’economia, nelle università e nelle amministrazioni – ma non difende nessuna politica che potrebbe apportare un miglioramento alle masse dell’Est. Questa è pura politica identitaria, anche se non è liberale, bensì di altro tipo: nazionalistica. Essa non è meno divisiva della prima e non è differente nel fornire una distrazione dai reali problemi del paese.

In un’intervista su Die Zeit, la leader del BSW Sahra Wagenknecht ha detto chiaramente di essere a favore di un’“alleanza difensiva” e di una politica di sicurezza europea indipendente – la NATO con un nome diverso, in altre parole. Nonostante le sue dichiarazioni a favore del “disarmo nucleare” e contro la presenza di armi nucleari americane in Germania, essa difende la necessità di disporre di armi nucleari come deterrente.

Inoltre, il BSW e l’AfD stanno facendo palesi offerte di coalizione al “vecchio partito”, la CDU, che vogliono far credere di detestare così tanto. Entrambi vogliono infilare le mani nella mangiatoria dello Stato e poter così amministrare il capitalismo. Questi demagoghi sono soltanto in cerca di un posto per sé nelle fila di quella stessa élite che dichiarano di voler combattere. Ciò non porterà ad alcun miglioramento, ma solo a un peggioramento delle condizioni di vita delle masse. Chi non vuole espropriare le banche e i monopoli non può porre fine alla guerra, alla deindustrializzazione ed alla barbarie.

La crisi di governo e la politica dei ricchi

Il campo borghese adesso sta discutendo gli scenari dei futuri governi in Sassonia e in Turingia. I negoziati di coalizione probabilmente si trascineranno, mentre i partiti coinvolti lotteranno prima di tutto per le proprie posizioni di potere. Tutti sfrutteranno il razzismo e la questione migratoria in maniera ancora più isterica – sempre per la “protezione della democrazia” e della “libertà”, ovviamente.

Nel Brandenburgo, le prossime elezioni (22 settembre) ripresenteranno problemi simili per la classe dominante. Tutte queste potenziali crisi di governo inaspriranno ulteriormente la polarizzazione in tutto il paese.

Tutti i partiti si stanno rifiutando di formare un governo con l’AfD e si stanno sforzando di creare governi “colorati” [cioè coalizioni composte da diversi partiti politici, NdR], o anche di permettere alla CDU di formare un governo di minoranza. Il risultato di questo atteggiamento sarà quello di avere governi deboli e in crisi permanente, a dispetto di chi ne faccia parte.

Governi deboli che nessuno vuole, che sono odiati dai più e visti come un male necessario dagli altri, troveranno sempre più difficile portare avanti i propri programmi e placare le masse.

Indipendentemente da quali governi alla fine emergeranno, che sia “colorati” o di minoranza, la loro politica sarà diretta contro il popolo in nome del popolo. La crisi del capitalismo chiede questo ai partiti borghesi. Gli attacchi contro gli interessi della classe operaia e della gioventù aumenteranno e con essi la pressione che alla fine porterà ad esplosioni della lotta di classe.

Movimenti a destra e a sinistra sono possibili

È possibile che proteste di destra,  come Pegida [movimento razzista che tra il 2014 e il 2015 organizzò manifestazioni con migliaia di persone, Ndt] o analoghe alle proteste no-vax, possano scoppiare nella Germania orientale. Gli estremisti di destra e i fascisti si sentiranno galvanizzati dopo le elezioni e i demagoghi di destra dell’AfD potrebbero convocare proteste nelle piazze contro i partiti tradizionali e i governi da essi formati.

Se le loro proteste si concentreranno sull’argomento di “chi sta veramente minacciando la democrazia”, in un contesto in cui il vincitore delle elezioni si vede impedita la formazione di un governo regionale, questo potrebbe mobilitare grandi masse.

Un tale sviluppo ha il potenziale di scatenare un movimento giovanile di massa contro l’AfD in tutta la Germania. Al riguardo, cosa stanno facendo i partiti ufficiali? Tutta la loro campagna contro l’AfD si è basata sull’ipocrisia fin dall’inizio. Prima delle elezioni, avevano interesse a suscitare grandi mobilitazioni. Adesso la lotta contro la destra deve essere condotta esclusivamente da politici ed esperti, attraverso accordi di corridoio per formare governi che escludano l’AfD. Un nuovo movimento lungo queste linee potrebbe cominciare a smascherare i loro intrallazzi “democratici”.

All’offensiva con una politica comunista

Finora, le proteste contro l’AfD sono state guidate da ipocriti che hanno sfruttato le proteste per mantenersi al potere. Mentre Verdi, FDP, SPD e CDU si davano arie da “difensori della democrazia”, consegnavano bombe a Israele e combattevano il movimento di solidarietà alla Palestina con i manganelli della polizia, false accuse di antisemitismo e campagne di calunnie. L’AfD si sta anch’essa unendo a questi attacchi.

Il nostro compito non è “salvare la democrazia” insieme ai liberali, che in ultima istanza difendono lo stesso sistema difeso dalla destra. Noi diciamo: abbasso l’AfD! Ma, allo stesso tempo, abbasso i partiti dell’establishment, il dominio borghese e il capitalismo!

Questo è esattamente ciò per cui lotta il Partito Comunista Rivoluzionario. Noi siamo a favore del rovesciamento del capitalismo al fine di risolvere i problemi urgenti che sta affrontando l’umanità. La nostra risposta alla crisi del capitalismo e della democrazia borghese è la rivoluzione.

Noi siamo in favore dell’espropriazione delle banche e delle grandi aziende e del loro funzionamento in un’economia democraticamente pianificata in modo da arrestare la deindustrializzazione, aumentare i salari, finanziare i servizi pubblici e risolvere la crisi abitativa. Solo in questo modo possiamo finalmente affrontare il grave problema del cambiamento climatico e porre fine all’imperialismo e alla guerra.

In varie città, si stanno già organizzando proteste contro la destra e altre sicuramente avverranno. In linea generale, esse verranno dominate dai partiti ufficiali e dalle loro posizoni. È pertanto importante innalzare la bandiera indipendente del comunismo, che rappresenta l’unica via di uscita, e combattere la retorica “antifascista” dei liberali che porta soltanto acqua al mulino dell’AfD.

Solo i lavoratori e i giovani, organizzati sulla base delle idee comuniste e delle proprie tradizioni di lotta, possono sviluppae una lotta seria contro la destra. Organizzati adesso, convinci altri militanti della classe lavoratrice, crea una cellula nella tua scuola, università o luogo di lavoro e vai all’offensiva con noi: contro l’AfD, contro il governo, contro il capitalismo!

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